IL CICLO DI VITA

 IL CICLO DELLA VITA 

LE TEORIE DI SVILUPPO DI FREUD ED ERIKSON 

la vita, tra sfide e passaggi:

Un'individuo durante la vita affronta diverse sfide e attraversa vari passaggi. In ogni transizione, l'individuo porta con sé diverse esperienze.

Freud: le fasi psicosessuali dello sviluppo

Sigmund Freud dice che lo sviluppo del bambino è una continua sfida. Con la sua teoria, attraverso le varie fasi dello sviluppo psicosessuale, spiega come il bambino si cimenta con il conflitto che si viene a creare tra i propri desideri e le richieste sociali.




  • dalla nascita a un anno circa → fase orale: il bambino trae piacere dalla zona della bocca e la suzione è l'attività centrale;
  • 1-3 anni circa → fase anale: il bambino trae piacere dalla son intorno all'ano; le attività più interessanti sono espellere e trattenere;
  • 3-6 anni circa → fase fallica: l'attenzione per i bambini di entrambi i sessi è concentrata sul pene, si verificano le prime attività di autoerotismo;
  • 7-11 anni circa → latenza: i bisogni sessuali apparentemente si sopiscono momentaneamente e i bambini dirigono l'energia psichica in attività sociali;
  • Adolescenza - età adulta → fase genitale: nella pubertà si risvegliano le pulsioni sessuali; i genitali sono la fonte di sensazioni piacevoli. Si sviluppa la sessualità genitale adulta, la ricerca della soddisfazione sessuale avviene attraverso rapporti eterosessuali;
Erikson: lo sviluppo psicosociale 

Erik Erikson individua una serie di crisi che si manifestano nel corso della vita. L'individuo affronta e li risolve attraverso lo sviluppo di abilità psicosociali. Secondo Erikson lo sviluppo avviene attraverso il superamento di eventi specifici nel corso di fasi di età: il successo nell'affrontare le sfide più importanti di una fase è la base per il passaggio all'era successiva. Dunque per questo studioso lo sviluppo prosegue per tutto l'arco dell'esistenza. 

  • dalla nascita a un anno → fase del conflitto tra fiducia o sfiducia: fondamentale per il bambino è sviluppare fiducia nel fatto che gli altri risponderanno ai suoi bisogni;
  • da 1 a 3 anni → fase del conflitto tra autonomia o vergogna e dubbio: il compito evolutivo è imparare l'autocontrollo e l'autonomia, in contrasto col provare vergogna e dubbi sulle proprie abilità;
  • da 3 a 6 anni → fase del conflitto tra iniziativa e sensi di colpa: è di primaria importanza sviluppare iniziative personali per controllare l'ambiente e mantenere un equilibrio tra i propri bisogni e quelli degli altri. Possono però nascere sensi di colpa quando si travalicano I limiti imposti dei genitori.
  • da 6 a 12 anni → fase del conflitto tra operosità e sentimento di inferiorità: I bambini diventano più competenti e operosi, oppure sviluppano sentimenti di inferiorità rispetto alle loro capacità di fare le cose.
  • Adolescenza → il conflitto tra identità e confusione di ruoli: È prioritario affermare una propria identità sociale, sessuale e professionale, in contrasto con la confusione di ruoli che invece è possibile sperimentare;
  • Giovinezza → fase del conflitto tra intimità e isolamento: si tende a instaurare rapporti intimi e a formare amicizie relazioni d'amore mature, oppure ci si isola dagli altri per timore di rifiuto e delusioni;
  • Maturità → fase del conflitto tra generatività e stagnazione: l'adulto tende a esprimere se stesso attraverso la creazione di qualcosa di prezioso che potrà lasciare alla generazione successiva, allevando una famiglia o fornendo contributi attraverso il lavoro creativo, in contrasto con la stagnazione e il decadimento fisico.
  • Senilità → fase del conflitto tra integrità dell'io e disperazione: l'anziano può dare un senso alla sua esistenza, conquistare un senso di integrità, valutando positivamente la propria vita, oppure provare sentimenti di disperazione e amarezza per le obiettivi non conseguiti.
L'ADOLESCENZA E LA FORMAZIONE DELL'IDENTITà

il complesso rapporto genitori / figli:
L'adolescenza è caratterizzata da una serie di cambiamenti connessi allo sviluppo Hijo e psichico. Tali cambiamenti incidono sia sul modo con cui l'adolescente si rapporta con i genitori, sia sull'immagine che i genitori sono costruiti sul figlio come individuo autonomo e indipendente.













Il corpo che cambia e il tempo dell'incertezza:
La trasformazione fisica ha un ruolo molto importante.la rapidità della maturazione fisica evidenzia un diventare grande a cui spesso l'adolescente è ancora preparato. Adolescenza, dunque è un tempo dell'incertezza è caratterizzato da sogni e paure. 

Il ruolo dell'identità di genere: 
Il passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza si caratterizza per il consolidamento dell'identità di genere: ragazzi ragazzi vengono influenzati da diversi tipi di pressioni che poi li porteranno ad adottare comportamenti per evidenziare la loro appartenenza a un sesso.ma mano che si definisce in modo più marcato l'identità di genere aumenta la capacità di adattare (prime esperienze sessuali).

La ricerca dell'autonomia......
Nel corso dell'adolescenza si assiste alla maturazione del pensiero astratto, perché l'adolescente sente un bisogno di ricercare il significato della propria esistenza, cercare degli obiettivi e definire la propria identità. Questa fase è caratterizzata da una forte contrapposizione con le regole familiari sociali ed è proprio qui che gli adulti dovrebbero interpretare questa fase come un periodo evolutivo.

.......e i fattori personali che la condizionano:
Lo sviluppo della personalità nella fase adolescenziale dipende anche dalla situazione di benessere o malessere psicologico. Questa fase evolutiva deve comunque essere considerata come un momento di passaggio di trasformazione, dagli esiti non sempre scontati.
I GIOVANI ADULTI

a casa, sempre più lungo.....
Il fenomeno riguardante i figli che anche a questa età avanzata (19-28 anni) vivono ancora con i genitori riconducibile sia cause di ordine strutturale (es: difficoltà nell'ingresso del mondo del lavoro) sia ad aspetti di carattere culturale. Il ritardo dell'uscita di casa dei giovani ha diverse conseguenze come una dipendenza dei figli dei genitori, è un domani una possibile difficoltà dei genitori di separarsi dai figli.

......e sempre più NEET 
Il termine NEET indica le persone di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non sono gli occupati nei inserito in un percorso di istruzione.

una nuova categoria: i single
I single (solo, singolo) in passato venivano considerati come sinonimo di fragilità visto contempo il matrimonio E la famiglia rappresentavano il principio di identificazione.ad oggi invece vivere senza figli e senza partner è diventata una realtà comunemente accettata.

Sindrome di Peter Pan:
La sindrome di Peter Pan è quella situazione psicologica in cui si trova una persona che si rifiuta o è incapace di crescere, di diventare adulta e di assumersi delle responsabilità. La sindrome è una condizione psicologica patologica in cui un soggetto rifiuta di operare nel mondo degli adulti in quanto lo ritiene ostile e si rifugia in comportamenti tipici fanciullezza. 


LA MATURITà

Una fase flessibile, tra crisi e nuove sfide:
con mezza età s'intende quel periodo della vita che si colloca al centro dell'età matura
questo periodo rappresenta un periodo di crisi causati
anche dalla diminuzione di opportunità, ad esempio di lavoro
                                                                           
solitamente gli adulti, tendono ad avere abilità fisiche pienamente 
sviluppate, e le offerte di lavoro tendono a diminuire        
    ↓                          
anche se non è così per tutti, perchè per alcuni soggetti
tendono ad affrontarla (la mezza età) come una nuova sfida 
per poter cambiare aspetti poco soddisfacenti della loro vita

La sindrome del nido vuoto:
La sindrome del nido vuoto è una fase evolutiva che corrisponde a una serie di sintomi fisici ed emotivi che si produce quando i figli o le figlie se ne vanno da casa. Si tratta di una sensazione
generica di solitudine che i genitori o tutori possono sentire quando uno dei loro figli decide di lasciare la casa di famiglia.                                                                                



LA TARDA ETà ADULTA E LA VECCHIAIA

L'impatto sociale del corpo che invecchia:
Dai 55 ai 75 anni si parla di tarda età adulta e/o terza età, dove si iniziano a notare una serie di cambiamenti fisici legati all'invecchiamento biologico e psichico.
alcuni dei cambiamenti più frequenti, e più conosciuti sono:
- la menopausa: è l'evento fisiologico che nella donna corrisponde al termine dell'età fertile;
-l'andropausa: è una sindrome clinica a lunghissimo decorso causata dal progressivo calo dell'ormone;

Le conseguenze della fine dell'attività lavorativa:
Un'altra tappa significativa che segna la tarda età è il pensionamento → segna la fine dell'attività lavorativa
↓        
per alcuni rappresenta una vera e propria sofferenza
↓  
sofferenza che per alcuni si può sfociare in problemi economici, 
in quanto la pensione diviene insufficiente a condurre una vita decorosa

La quarta età: l'invecchiamento riuscito....... 
la quarta età si può definire invecchiamento riuscito su ciò che può essere rappresentato da un giusto bilanciamento tra un minimo numero di insuccessi e un massimo di successi, dove l'obiettivo finale è semplice e difficile al tempo stesso: invecchiare sereni

.......e il peso di malattia e solitudine:
Uno degli eventi che fa più paura in quest'età è il peggioramento significativo della salute, che spesso porta a dover affrontare malattie.
- i lutti: sempre più frequenti col tempo, lasciando gli anziani sempre più soli;
- la solitudine: si parla sia di una solitudine psicologica, "sentirsi soli", sia di una solitudine sociale e cioè "l'essere soli";
              
   e sono proprie queste situazioni che portano 
     all'emarginazione sociale dell'anziano → per migliorare queste situazioni occorrerebbero migliori                                                                             politiche d'integrazione e supporto per gli
                                                                         anziani, in particolare una più fitta rete di servizi                                                                                        domiciliari, che  eviterebbe il loro progressivo abbandono.

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